I giorni dell’ozio

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I giorni tra Natale, Capodanno e l’Epifania non hanno un nome, solo dei numeri. 27, 28, 29 e così via. È un retaggio di quando andavo a scuola, di quando cioè quei giorni erano un tempo sospeso, giorni liberati dalla loro funzione: non più lunedì, martedì, mercoledì, ma, al loro posto, una protratta domenica. Una domenica ‘feriale’, però, quando i riflettori delle feste comandate restavano spenti, e ci si poteva dedicare con scienza e diletto all’ozio.

Io questi giorni continuo a viverli così, non sapendo mai in che punto della settimana mi trovo, e vivendoli come una domenica feriale anche quando devo lavorare, quando il lavoro mi pare anch’esso un ozio. In questi giorni mi viene sempre voglia di tornare in cucina. Come se nei giorni della Viglia, Natale e Santo Stefano avessi tenuto un regime di dieta forzata… L’ozio, è famoso, è padre dei vizi. Per fortuna!

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Quest’anno il vizio ha preso forma delle SCORZE D’ARANCIA CANDITE. La ricetta non è un patrimonio di famiglia. Ho iniziato a fare le Scorze d’arancia candite solo qualche anno fa, quando una prozia carissima mi fece dono di arance del suo giardino. Erano ancora troppo aspre per poterle mangiare, ma avevano una buccia molto appetitosa, così ho pensato di di farla candita. Mi sono messo a cercare ricette sul web, nella sfiducia generale dei miei verso quella che pareva loro la mia ennesima follia culinaria.

Non ne ho trovata nessuna che mi abbia davvero soddisfatto in pieno, quindi, ne ho messa insieme una io, cogliendo fior da fiore da quelle che mi parevano le migliori, e affinandola con la pratica degli ultimi anni. Alla fine fare le Scorze d’arancia candite è diventata una recente tradizione dei giorni senza nome tra Natale e Capodanno. Se la famiglia non ti incoraggia, è sempre possibile fare di testa propria. Soprattutto se si tratta di vizi figli degli ozi.

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Scorze d’arancia candite

 Ricetta

Ingredienti

  •  Arance Non trattate. È importante perché se ne utilizza la buccia. Perciò cominciate a coltivarvi da settembre tutti i parenti, amici, vicini, conoscenti che sappiate avere in giardino alberi di arance a cui non fanno trattamenti. Ciò sarà molto vantaggioso: sarete carini col prossimo, cosa universalmente gradita, e lo sarete per uno scopo in fondo lodevole, come fare le Scorze d’arancia candite, che, secondo me, nella classifica dei secondi fini ha un bassissimo tasso di spregevolezza;
  • Zucchero semolato. La quantità dipende da quella delle arance, si veda dopo alla Preparazione;
  • Cannella in polvere (macinata da voi al momento. Non comprate quella già pronta, e fatevi passare la tentazione di usarla per fare prima, adesso e in futuro);
  • Cioccolato fondente.

 Preparazione

  • Con un coltello affilato sbucciate le arance senza eliminare la parte bianca. Tagliate la buccia facendone delle strisce non troppo sottili, io le faccio in genere nella forma dei meridiani.

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  • Mettete le bucce così tagliate in una pentola, copritele d’acqua fredda e ponetele sul fuoco. Portate ad ebollizione, attendete 2 minuti, spegnete e scolate. Ripetete l’operazione per 3 volte.
  • Dopo aver sbollentato per la terza volta le scorze d’arancia, pesatele. Prendete una quantità di zucchero pari al peso delle  scorze.
  • Fate uno sciroppo sciogliendo lo zucchero nell’acqua (per ogni 100 grammi di zucchero serviranno 20/30 grammi di acqua).
  • Quando lo sciroppo è caldo versateci le bucce. Portate avanti la cottura su fuoco molto dolce, mescolando delicatissimamente fino al completo assorbimento dello zucchero (siate delicati perché altrimenti potreste rompere le scorze). Fate attenzione che non bruci: lo zucchero si deve assorbire, ma non deve caramellare, quindi, state volpegni (molto accorti, un mio cugino diceva così e a me piace citarlo).
  • Raccogliete e distendete le scorze d’arancia su un vassoio che avrete foderato di carta forno o carta oleata.

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  • In una ciotola mescolate lo zucchero con la cannella in polvere (macinata da voi!) e tuffateci le scorze d’arancia quando sono ancora umide.

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  • Avrete fatto raffreddare le scorze d’arancia per alcune ore. Adesso è il momento di preparare la copertura.

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  • Sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente con un po’ di rum e un goccio di latte, ma proprio un goccio. Se siete degli esteti ingordi aggiungerete una noce di burro. Dico ‘esteti ingordi’, perché, oltre ad arricchirne il gusto, il burro rende il cioccolato lucido e splendente. Io non ne ho messo. Mi sento sia esteta sia ingordo, ma dopo la tregenda bongustaia delle passate feste, ho voluto fare un gesto, minimo, di compunzione gastronomica.

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  • Immergete una una (abruzzese per ‘una ad una’) le Scorze d’arancia candite nel cioccolato fuso, adagiatele su una guantiera (vassoio, per chi non sa ancora l’Abruzzese ed è ansioso di apprenderlo), e mettetele a raffreddare in un luogo fresco e arieggiato. Io le ho messe in terrazza, sullo stendibiancheria di mia madre (che ha protestato, dicendo che non era il caso di fotografarlo).

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Occorrerà un giorno prima che siano pronte. Non ci sono che due possibilità: 1) mangiarle come dopocena nelle sere in cui volete stare ‘leggieri’; 2) riporli in un barattolo, e aspettare giorni più propizi, quando le festività saranno lontane. Le mie scorze d’arancia candite raramente arrivano all’Epifania.

Nel frattempo, con la polpa d’arancia rimasta ho fatto una marmellata, ma questa storia ve la racconterò un’altra volta.

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E giacché c’ero, durante la preparazione, mi sono concesso i torroni di Guardiagrele.

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Ah, l’ozio, ah, i vizi!

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Ah, i torroni della Guardia, che sono uno degli charmes delle feste!!!

12 pensieri su “I giorni dell’ozio

  1. Ma che bello! Io invece è il primo anno che le faccio, scoperte per caso volendo utilizzare le mie arance amare… da cui traggo sempre goduriose marmellate. Ma utilizzando anche la buccia. Per la prossima preparazione aggiungerò cannella in polvere, polverizzata da me medesima… ma per il burro: l’ho messo… risultato è che il burro poi si solidifica in una spiacevole cornice bianca al cioccolato fondente… hai suggerimenti? ah, la guantiera è anche parola Sicula di Sicilia… viva l’ozio!!!

    1. Sì, sempre viva l’ozio!!! Secondo me per evitare la lugubre coroncina bianca bisogna mettere poco burro, giusto una noce. In passato lo usavo per le coperture di cioccolato, poi ho smesso, perché preferisco gusti meno morbidi di quelli che il burro fatalmente conferisce alle preparazioni (non solo al cioccolato). Alla prossima

  2. Che acquolina!!!! Le scorzette d’arancia mi fanno impazzire! Io le facevo anche col cioccolato al latte. Da epicurea assoluta e dissoluta le ricoprivo tutte (le scorze)

  3. Ma in questo blog è prevista l’hot-line di assistenza agli utenti 🙂 ?
    Guidato da cieca fiducia nella ricetta, ho provato ieri a fare le scorzette candite, ma qualcosa avrò sbagliato… Forse il peccato originale sta nel fatto che ho usato bucce di cedro e non d’arancia?
    Comunque nella (lunga) bollitura finale a fiamma dolce, lo zucchero non si è caramellato sul fondo della pentola, bensì sulle scorzette stesse, che sono diventate scure e dure, direi immangiabili.
    Sai suggerirmi cosa fare per evitare lo stesso incidente in futuro o mi devo arrangiare?

    Firmato: Un novellino.

    1. Aiuto! Dunque, lo zucchero NON deve caramellare, ma dovrebbe essere tutto assorbito dalle scorzette. Quando si arriva a quel punto lo sciroppo si è quasi del tutto ritirato, te ne accorgi perché inizia a formarsi una leggera schiuma, che sparisce quando spegni il fuoco. Mi chiedo che cosa ci sia quest’anno che non va con le scorze di agrumi candite, anch’io ho avuto poca fortuna, come avrai visto dal mio ultimo post. Ma non arrendiamoci, giammai, Vincenzo

  4. Allora l’errore sarà stato il fatto che anche quando si è formata la schiuma ho continuato a far bollire (credevo dovessero proprio quasi asciugarsi, non mi firmo Novellino per niente). Ultima domanda e poi sparisco: il fatto che abbia usato scorze di cedro non dovrebbe aver creato problemi secondo te?

    1. La buccia di cedro o di arancia non fa alcuna differenza. Qualche anno fa ho candito quella di cedro con lo stesso procedimento che usato per quelle di arance e sono venute bene (la foto è tra quelle della testata del blog). Mi spiace che stavolta non abbia funzionato, l’importante è continuare a provare. A presto, e buona fortuna con le scorzette la prossima volta, V.

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